La lettera che Alessandro Calì, presidente del comitato Professionisti liberi, ha inviato al Sole 24Ore-Sud e che tiene vivo il dibattito sull'impegno dei professionisti e degli ordini professionali sul fronte della lotta alla mafia. Avevamo già pubblicato la lettera di Elio Caprì, ingegnere e presidente di un'altra associazione, che esprimeva dissenso su alcune questioni.
di Alessandro Calì*
A maggiori conoscenze devono corrispondere maggiori responsabilità. Questo è il principio che ha animato un gruppo di professionisti intellettuali, che insieme con Addiopizzo e Libero Futuro, hanno costituito il Comitato dei Professionisti Liberi. Purtroppo invece troppo spesso dietro giganteschi malaffari ci sono professionisti compiacenti che rimangono sostanzialmente impuniti.
A fronte di ciò non abbiamo assistito, finora, al disvelarsi di una presa di posizione chiara di soggetti sociali organizzati che rappresentano gruppi nutriti di professionisti intellettuali. Anzi l'impressione diffusa sembra essere stata che nella guerra tra le organizzazioni criminali e lo Stato la maggioranza dei professionisti, pur essendo onesta, sia rimasta a guardare. Ma cosa sarebbero oggi le mafie senza l'aiuto dei professionisti? Come potrebbero fare i loro sporchi affari senza un rapporto di connivenza che trova pure un punto di forza fondamentale tra i professionisti dipendenti pubblici o privati? Ecco perché abbiamo scelto Liberi per scelta e non per professione come nostro slogan, distinti e distanti dunque dalla cosiddetta zona grigia nella quale in troppi sguazzano. Noi vogliamo affermare il compito che spetta a ciascun cittadino-professionista intellettuale con una diretta presa di responsabilita' a partire dalla sottoscrizione di un manifesto-decalogo antimafia e anticorruzione, andando così ben oltre l'iniziativa limitata ad un gruppo di liberi professionisti. Infatti con l'autofondazione del nostro Movimento vogliamo dimostrare ai più scettici che anche i professionisti possono svolgere il loro ruolo sociale chiedendo di applicare le leggi esistenti con l'obiettivo di isolare i professionisti collusi. Vogliamo poter vivere in un Paese che premia i migliori e non i più furbi e spregiudicati, e per questo, come ultimo punto del nostro decalogo, invitiamo i sottoscrittori a preferire nelle loro scelte chi si schiera pubblicamente dalla parte della legge, non per dare patentini a nessuno. Per questi motivi invitiamo ad aderire tutti i professionisti, anche non iscritti agli Ordini, autonomi o dipendenti, pubblici o privati, o anche semplicemente laureati o titolari di diploma professionale.
Alessandro Calì
Presidente Comitato Professionisti Liberi
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