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Al via il processo contro gli estorsori di Gregory Bongiorno

È iniziato oggi il processo agli estortori di Castellammare del Golfo denunciati dal presidente di Confindustria Trapani, Gregory Bongiorno, e arrestati lo scorso agosto. Al suo fianco, in un’Aula gremita, il Commissario nazionale antiracket, il Prefetto Elisabetta Belgiorno, il presidente onorario della FAI, Tano Grasso, il vicepresidente di Confindustria Sicilia, Giuseppe Catanzaro, i rappresentanti di LiberoFuturo (Palermo e Castelvetrano) e di Addiopizzo. “I mafiosi hanno commesso un grave errore – sottolineano in una nota congiunta le associazioni che, insieme al Prefetto Belgiorno, si sono costituite parte civile – perché non hanno considerato la posizione di Bongiorno che, oltre a far parte del nuovo corso di Confindustria, è notoriamente vicino al movimento antiracket”. 
Un processo significativo che ha rappresentato al meglio il livello di collaborazione fra il movimento antiracket e la Confindustria guidata da Antonello Montante. “Quella di oggi – continua la nota – è la migliore risposta a chi tenta di delegittimare chi fa scelte coraggiose, mettendo a repentaglio la propria vita e quella delle proprie famiglie”. Una lotta, innanzitutto culturale che Confindustria Sicilia porta avanti ormai da anni e che mira a diffondere in modo sempre più capillare la cultura della legalità. In quest’ottica si inseriscono pure le recenti iniziative di LiberoFuturo che ha costituito due associazioni, una ad Agrigento e un’altra a Castelvetrano, e che presto ne farà nascere una terza proprio a Castellammare del Golfo che, negli ultimi due anni, ha dimostrato una notevole vitalità antiracket.
Risultati possibili anche grazie all’impegno del Commissario Belgiorno che ha attivato, con risorse del PON sicurezza, progetti finalizzati a promuovere le denunce e diffondere il Consumo critico.
“Giornate come questa – conclude la nota – ci rendono fiduciosi per il futuro e siamo certi che a tutti gli imprenditori giungerà chiaro e forte il messaggio che si può denunciare in sicurezza, che lo Stato c’è e anche la società civile non fa mancare il proprio appoggio”.

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