È iniziato alla Camera l’esame delle proposte di legge in materia di scambio elettorale politico-mafioso. I due relatori Stefano Dambruoso (Scelta civica) e Davide Mattiello (Partito democratico) hanno illustrato in commissione giustizia i due testi calendarizzati (uno di Sel e uno del Pd) e poi si è avviato il dibattito. Durante l’ufficio di presidenza della commissione, presieduta da Donatella Ferranti, si é anche discusso dell’opportunità di procedere ad audizioni per approfondimenti. Il tema sul voto di scambio é però anche nell’agenda dei lavori del senato. Tanto che oggi ne ha parlato anche l’ufficio di presidenza della commissione giustizia presieduta da Francesco Nitto Palma. A quanto viene riferito, il presidente ha spiegato ai rappresentanti dei gruppi che nel ddl anticorruzione a prima firma di Pietro Grasso, con disposizioni sul falso in bilancio e il riciclaggio, c’é anche una norma che modifica l’articolo 416-ter del codice penale in materia di scambio elettorale politico-mafioso e che c’é anche un testo a firma di Loredana de Petris (sel) che é stato presentato. Il ddl Grasso è già nel calendario delle commissione giustizia del Senato. Ambienti parlamentari della Camera fanno comunque notare che essendo già partito l’esame a montecitorio il tema del voto di scambio resterà incardinato lì.
Stefano Dambruoso, relatore dei provvedimenti, ha spiegato che «ogni giorno assistiamo a casi di infiltrazione mafiosa nella vita economica e produttiva del nostro Paese ed é preoccupante constatare che alla base di queste criminali ingerenze vi é spesso un patto politico-elettorale con la mafia: il candidato stringe un accordo consapevole con l’appartenente al clan e, in cambio del sostegno elettorale, promette utilità e favori finalizzati ad assecondare i desiderata delle cosche». «Si pensi ad esempio – osserva ancora Dambruoso – a finanziamenti, appalti, concessioni o all’adozione di provvedimenti amministrativi. Al riguardo Borsellino ripeteva spesso che non esiste solo la responsabilità penale, ma anche quella etica e politicà. Il nostro compito oggi é quello di avviare una seria riflessione sul disvalore di certi rapporti e di certi comportamenti e – conclude – definire i limiti entro cui é necessaria un’assunzione di responsabilità anche penale della politica».