Un impegno per la legalità e contro le mafie totale e non formale. Un impegno, in continuità con l’operato di Emma Marcegaglia alla guida di Confinustria, che il leader degli imprenditori italiani Giorgio Squinzi ha voluto ribadire nel corso dell’assemblea catanese di ieri. «L’impegno di Confindustria sotto la mia gestione è totale – dice il presidente -. Io ho confermato la gestione ad Antonello Montante riconfermandogli la delega per i rapporti con le istituzioni preposte alla tutela della legalità». La sua appare sempre di più l’opzione di un richiamo a tenere alta l’attenzione sia con la mafia che con il terrorismo. In questo caso a chi gli chiede qual è il suo giudizio sulle recenti minacce il presidente degli industriali risponde: «E’ difficile valutare queste situazioni. E’ chiaro che bisogna tenere la guardia molto alta».
E Montante, uomo della squadra di Squinzi, ricorda come sia stata necessaria «una lunga due diligence» e che grazie a questa analisi sul sistema imprenditoriale siciliano è stato capito fino in fondo quanto fosse necessaria quella svolta di cambiare il codice etico: «Le imprese del Nord nascevano, crescevano e si rafforzavano. Quelle del Sud invece nascevano, crescevano e poi facevano il botto». E basta ricordare come la svolta nata qui, con Confindustria, si è poi diffusa nelle regioni del Sud ed ora diventata patrimonio nazionale. Un lavoro ritenuto importante e alla base di molte scelte degli imprenditori singoli e delle associazioni. Come ricorda il presidente di Confindustria Catania Domenico Bonaccorsi che rivendica l’applicazione dei protocolli di legalità e delle regole etiche di Confindustria: abbiamo assistito «quanti si sono trovati nella disavventura di incorrere in azioni del crimine organizzato. Mentre quegli associati, pochi fortunatamente, che hanno scelto di non sottrarsi, per timore o per conseguire vantaggi, al crimine organizzato, non abbiamo fatto sconti di alcun tipo. Abbiamo applicato le nostre regole di giustizia interna, allontanandoli dal sistema e infiggendo, ancor prima delle sanzioni penali, quella sociale, molto avvertita, della estromissione da Confindustria».E Confindustria Catania si fa forte di una intensa attività di prevenzione: «Sul piano del contrasto alle infiltrazioni criminali nell’economia, abbiamo innalzato ai più alti livelli consentiti sia i controlli preventivi per l’ammissione di nuove aziende che quelli in corso di rapporto e oggi abbiamo iscritto tale attività tra gli scopi dell’associazione».
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