di Antonello Montante*
Sono giorni importanti per il nostro Paese. Il decreto sulle liberalizzazioni e quello sulla semplificazione possono aprire i mercati e migliorare il funzionamento del sistema produttivo e della pubblica amministrazione. Allo sforzo di migliorare la competitività e tutelare i consumantori sono chiamate tutte le forze politiche e sociali. Si può e si deve discutere sui singoli provvedimenti e su come attuarli al meglio.
Posts published in Gennaio 2012
PALERMO. Da oggi gli imprenditori associati a Confartigianato che pagano il pizzo senza denunciarlo saranno sospesi, mentre saranno espulsi quanti continuano a essere collusi con organizzazioni criminali.
Sono le principali novità del codice etico presentato oggi alla Camera di commercio di Palermo. Quattro articoli che stabiliscono, tra le altre cose, di “segnalare tempestivamente agli organi competenti abusi e pressioni da parte di organizzazioni illegali e mafiose; supportare chi denuncia il racket e diffondere la cultura della legalità attraverso iniziative sul territorio”.
Il “pizzo”, nel territorio catanese, non è soltanto una costante nei confronti del piccolo esercente, ma – sotto altre e più subdole forme – si è anche infiltrato nella grande distribuzione dei centri commerciali. «Nell’ultimo quinquennio in Sicilia il numero degli ipermercati e dei grandi magazzini è aumentato al punto da raggiungere il primo posto nelle regioni del Mezzogiorno. Su 850mila mq di superficie di vendita dell’intera regione, più di 70mila sono a Catania e provincia. Numeri da capogiro, eppure è tracciabile solo il 25 per cento di riciclaggio» .
A fornire i numeri, nel corso del convegno dell’Associazione antiracket di Catania, Marisa Acagnino, presidente di sezione al Tribunale di Catania, presente all’ex Monastero dei Benedettini, dove i massimi rappresentanti della città etnea – il prefetto Francesca Cannizzo, il procuratore della Repubblica Giovanni Salvi, il sindaco Raffaele Stancanelli, il questore Antonino Cufalo, il presidente del Tribunale Bruno Di Marco, il presidente della Camera di Commercio Pietro Agen – si sono riuniti per celebrare un compleanno importante, i vent’anni di attività dell’Asaec, l’Associazione antiestorsione “Libero Grassi” di Catania, che per l’occasione ha organizzato il convegno “Dall’estorsione al riciclaggio: prospettive di contrasto”. Al tavolo dei relatori – moderati dal giornalista Rai Guglielmo Troina – il Sostituto Procuratore della DDA del Tribunale di Napoli Maria Cristina Ribera, il Senior Executive Vice President della ST Microelectronics Carmelo Papa; mentre tra il pubblico sedevano anche Giuseppe Vecchio, già preside della Facoltà di Scienze Politiche in rappresentanza dell’Università etnea, il colonnello dei Carabinieri Francesco Falcone, il capitano della Guardia di Finanza Orazio Sanfilippo, il capo della Squadra Mobile Giovanni Signer e i marescialli Ignazio Paradiso e Giuseppe Birgillito, oltre ai rappresentanti delle associazioni antiracket e a numerose personalità del mondo della cultura e del volontariato. A Catania l’imposizione criminale si manifesta non come pretesa di denaro, ma quale richiesta forzata di prodotti e servizi, di accordi nelle gare d’appalto e nei sistemi di forniture. È uno scenario nuovo che segue i cambiamenti e i flussi del mercato economico, per il quale occorrono quindi «sempre più sforzi investigativi – ha affermato la dott.ssa Ribera – oggi che, rispetto alle dure difficoltà di vent’anni fa, esistono maggiori strumenti di tutela degli imprenditori e del territorio».
di Anna Laura Orrico Sembra davvero una terra infuocata la Calabria di questi giorni. Se fossimo ufficialmente in guerra diremmo che siamo sotto assedio: da…
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Nella tarda serata di sabato 7 gennaio, persone non ancora identificate hanno incendiato il portone d’ingresso del palazzo comunale di Isola Capo Rizzuto. L’Ufficio di…
“Cosa nostra tenta sempre di rifondare la commissione provinciale di Palermo, una struttura necessaria per assumere decisione strategiche, dare input e formulare decisioni. Basta pensare a quanti delitti eccellenti sono stati decisi da questa struttura. La reazione dello Stato ha destrutturato la commissione e bisogna continuare a impedire che si ricostituisca”.
Macchine bruciate, spari e intimidazioni. La testimonianza del leghista Modesto Verderio, consigliere comunale a Lonate Pozzolo che in solitudine ha denunciato le connivenze che diedero…
La Camera di Commercio di Reggio Calabria premia le imprese che non si piegheranno al racket, offrendo l'esenzione dal pagamento del diritto annuale. In pratica imprenditori, commercianti e artigiani vittime di reati di estorsione, corruzione e usura che hanno denunciato i loro aguzzini e hanno collaborato con l'autoritá giudiziaria, fornendo elementi decisivi per la ricostruzione dei fatti e per l'individuazione e cattura degli estorsori e usurai, usufruiranno per cinque anni di un contributo annuale come rimborso di quanto dovuto e versato come tassa camerale. I primi imprenditori a ottenere l'agevolazione saranno Tiberio Bentivoglio, comproprietario insieme alla moglie della «Sanitaria Sant'Elia» di Reggio Calabria, Salvatore d'Amico, titolare dell«'Informatica d'Amico» di Reggio Calabria, e Filippo Cogliandro, chef e proprietario del ristorante «L'Accademia» di Lazzaro. Sono tre imprenditori reggini simbolo della lotta contro le 'ndrine che impongono il pizzo, segnalati da Libera e promotori di «Reggio libera Reggio-La libertá non ha pizzo», un'associazione che si oppone al racket e alla 'ndrangheta.
Quella che potete ascoltare è la prima parte di una lunga chiacchierata che ho fatto con don Giacomo Panizza questa estate in Calabria a Serrastretta,…
La Camera di Commercio di Reggio Calabria premia le imprese che non si piegheranno al racket, offrendo l’esenzione dal pagamento del diritto annuale. In pratica…
I misteri e gli interrogativi a Reggio Calabria non sono finiti dal 3 gennaio 2010, quando un ordigno esplose sotto il portone della procura generale…
dal Quotidiano della Calabria La notizia dell’indagine a carico del collaboratore di giustizia Antonio Di Dieco per calunnia nei confronti del pentito Nino Lo Giudice…
Rotazione periodica del personale, rispetto dell’ordine cronologico nella trattazione delle pratiche, identificazione di coloro che accedono ai pubblici uffici. E ancora formazione sui rischi di infiltrazione mafiosa nella pubblicazione amministrazione, soprattutto per i dipendenti nel settore degli appalti, urbanistica ed edilizia. Sono alcune delle norme inserite nel Codice antimafia e anticorruzione della pubblica amministrazione regionale, il cui decreto attuativo e’ stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale di venerdi’ scorso.