di Orazio Vecchio
Quando si è visto restituire seimila euro dagli stessi individui che con le minacce, negli anni, gliene avevano estorte molte altre migliaia, la vittima taglieggiata, più che rallegrarsi, si sarà insospettita. Se non altro, perché quando un imprenditore denuncia il racket del pizzo, la mafia reagisce. In quel caso, il clan Cintorino rispose con astuzia: cercava, attraverso la restituzione di quella somma, uno sconto di pena in caso di condanna. Salvo poi chiedere ancora una volta indietro quei seimila euro. Con gli interessi.
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di Mario Meliadò
Difficile dire cos’è ‘ndrangheta e cosa no. Forse. Per le ultime ore – la competenza sta per passare alla Dda di Catanzaro – gli inquirenti reggini vivisezionano il filmato della bomba piazzata all’ingresso della Procura generale presso la Corte d’appello. Anzi, i filmati: quello “scoopato” da annozero e il secondo, che riprende i due famigerati attentatori e il loro motorino “da dietro”, fino all’inizio della fuga.
La Sicilia si conferma una delle regioni a più alto tasso di illegalità ambientali. A precederla sono solo Campania e Calabria. Un dato allarmante che emerge dal rapporto “Ecomafia 2009, storie e numeri della criminalità ambientale”. Il documento, realizzato dall’Osservatorio ambiente e legalità di Legambiente è stato presentato questa mattina a Catania e ieri pomeriggio a Caltanissetta.
Un focus su tutti quei settori della criminalità organizzata che puntano a distruggere il territorio e chi ci abita.
di Nino De Masi
Scrivo ad inizio di anno per augurare a tutti ed ai calabresi in particolare , che certamente non passeranno, per una serie di ragioni, crisi finanziaria, perdita del lavoro e criminalità, delle buone feste.
di Daniela Catanzaro
Immaginatevi una città dai mille volti, ricca di tesori paesaggistici, monumentali e culturali, che raccontano ai siciliani e al mondo intero un passato fulgido e ricco di testimonianze umane e artistiche: un patrimonio che chiede solo di essere tutelato, ammirato e valorizzato con un grande progetto di rilancio, per tutti i mesi dell’anno e non soltanto nei mesi estivi, nei quali abitualmente si registra la maggiore presenza di turisti.
di Alberto Spampinato
Ogni tanto bisogna fermarsi e calcolare il cammino già fatto. È necessario in ogni viaggio di lunga durata. È necessario ogni volta che avverte la fatica e il traguardo appare ancora lontano. La cosa più semplice da fare è chiedersi: dov’ero arrivato ieri, una settimana fa, un anno fa? E dove sono adesso? È una lezione che ho appreso dal presidente Carlo Azeglio Ciampi, seguendo da vicino il suo Settennato e ricostruendo la sua vita.
Credo meriti di essere ripreso e pubblicato questo articolo che il collega Rino Giacalone ha scritto per l’edizione online di Antimafia 2000. Un racconto lucido e documentato di certi affari che potrtebbero essere stati alla base dell’omicidio di Piersanti Mattarella. A tanti anni di distanza, come si vede, personaggi e interpreti sono ancora tra i protagonisti della politica di questa nostra terra. E invece di fare autocritica si dilettano in vacue smentite. Ecco il pezzo di Rino. (N.Am.)
Banche, l’odore dei soldi e degli appalti. I crocevia tra mafia e massoneria. La politica a fare da sfondo. C’è tutto questo dietro l’omicidio risalente a 30 anni addietro del presidente della Regione Sicilia, Piersanti Mattarella. Era il 6 gennaio del 1980.
Il procuratore di Reggio Calabria Giuseppe Pignatone è persona molto moderata e di indole tranquilla. Insomma uno cui non piace urlare. Almeno così a me sembra. E con il suo tono molto pacato da mesi va ripetendo che la situazione calabrese è da non sottovalutare. Tutto ciò non per voglia di protagonismo ma per l’implicita pericolosità della ‘ndrangheta che ha fatto ormai da anni il salto di qualità e si propone come organizzazione criminale che aspira a consolidare la leadership, soprattutto nelle zone ricche del nostro paese.
di Monica Centofante – 31 dicembre 2009
La richiesta risale allo scorso settembre, ma è stata accolta soltanto in questi giorni, in singolare sintonia con il clima natalizio: il boss stragista Giuseppe Graviano, detenuto al 41 bis, ha ricevuto in dono la revoca dell’isolamento diurno.