“La Regione siciliana è disponibile a promuovere delle convenzioni attraverso le quali il gruppo Riela possa offrire i propri servizi, ai prezzi di mercato, alle associazioni di categoria, e portare questa opportunità a conoscenza delle aziende”.
Posts published in Febbraio 2009
Mi chiamo Carlo Durante e tramite la mia azienda collaboro con parecchi sviluppatori, e a nostra volta siamo sviluppatori di parchi eolici.
Scrivo in seguito ai preoccupanti fatti di cronaca che vedono le mani della mafia allungarsi sulle energie da fonte eolica in Sicilia con la complicità di politici, burocrati e imprenditori.
Bisogna isolare i fatti, prendere le distanze e difendere la categoria degli onesti. Con ciò, non nego che il settore abbia visto spuntare personaggi che cavalcano il mercato delle rinnovabili con procedure e comportamenti non sempre chiari, fortunatamente confinati da noi operatori negli angoli del sistema, pur tuttavia in grado di infilarcisi.
“A breve daremo un grosso ‘colpo’ al latitante Matteo Messina Denaro”. Lo dice Giuseppe Linares, capo della squadra mobile di Trapani, che oggi ha portato a termine l’operazione ‘Eolo’ che ha svelato gli affari della famiglia mafiosa del superlatitante trapanese, politici e imprenditori in materia di parchi eolici.
Sembravano urla alla luna, come un allarme inverosimile e strumentale. E invece di colpo le denunce del sindaco di salemi (Trapani) Vittori Sgarbi sulle infiltrazioni mafiose nel settore dell’energia eolica si sono materializzate. Stamattina sono finite in manette otto persone e tra queste un architeto, tale Giuseppe Sucameli, ex capo dell’ufficio tecnico del Comune di Mazara del Vallo e già detenuto perché arrestato nell’ambito delal cosiddetta operazione Black out insieme a Michele Accomando (emersero colegamenti con la massoneria deviata). L’inchiesta di oggi rivela, dunque, che la mafia tiene salde le mani della mafia sull’eolico. Un patto tra fedelissimi del superlatitante Matteo Messina Denaro, politici, burocrati e imprenditori siciliani, campani e trentini per speculare sull’affare dell’energia pulita in Sicilia.
E’ “indiscutibile” il collegamento “fattivo e stabile” della cosca mafiosa “facente capo a Giuseppe Salvatore Riina” con la “piu’ ampia associazione madre, denominata Cosa Nostra”. Lo sottolinea la seconda sezione penale della Cassazione, spiegando perche’, l’8 gennaio scorso, decise di confermare la condanna a 8 anni e 10 mesi di reclusione per associazione mafiosa inflitta dalla Corte d’appello di
Palermo, in sede di rinvio, al figlio del boss Toto’ Riina, che cosi’ e’ tornato in carcere per scontare la condanna definitiva.
CATANIA-Torna all’attenzione del Tribunale di Catania la vicenda che riguarda il consorzio di autotrasporto Setra di cui i magistrati catanesi avevano disposto qualche mese fa il sequestro per truffa allo Stato. Un’ordinanza che era stata annullata dal Tribunale del riesame cui i titolari delle aziende consorziate si erano rivolti. Il pubblico ministero etneo Antonino Fanara a sua volta aveva proposto ricorso in Cassazione la quale si è pronunciata nelle scorse settimane e ha annullato l’ordinanza del Riesame: i giudici dunque si dovranno pronunciare di nuovo sul sequestro.
L’Associazione Antiracket ed Antiusura Trapani, assistita dall’avvocato Giuseppe Novara, è l’unica parte civile nel processo cvominciato questa mattina dinanzi al Tribunale di Marsala che vede imputati il latitante Matteo Messina Denaro e l’imprenditore Giuseppe Grigoli.
Anche dai fondi della progettazione sociale per il Sud arriva un chiaro segnale di lotta alla mafia. Per accedere all’erogazione dei fondi – 2,9 milioni di euro per il 2009 – avranno via privilegiata i progetti che, nel loro insieme, destineranno sino al 50% del costo complessivo alla ristrutturazione di immobili confiscate alle mafie.
di Rino Giacalone
Un mafioso trapanese intercettato decenni addietro venne ascoltato dagli investigatori mentre spiegava ai suoi accoliti la strategia della «famiglia» in un modo semplice, «un fare e un fare fari» diceva (non fare e non lasciar fare), che era comunque anche questo un modo per imporre il potere dei «mammasantissima». Oggi la mafia trapanese invece ha scoperto la possibilità di potere fare, e tanto, accedendo alla contribuzione pubblica, gestendo i progetti finanziati con le 488, controllando le imprese, diventando essa stessa impresa, anche di natura commerciale se si pensa al maxi sequestro dei Despar in mano all’imprenditore di Castelvetrano Pino Grigoli, 60 anni, e al suo «socio» latitante, Matteo Messina Denaro, 46, ricercato da 16 anni. Domani a Marsala nei confronti di loro due si apre il processo, nelle stesse ore a Trapani dinanzi al Tribunale delle Misure di Prevenzione è fissato l’avvio dell’udienza nei confronti del solo Grigoli per il quale è stata chiesta sorveglianza speciale e la confisca di un ingente patrimonio, valore 700 milioni di euro.
“La recessione e il grave divario che si sta ampliando tra le regioni meridionali e settentrionali, come denunciato dal chek-up Mezzogiorno, potrebbero essere fatali per il Sud”. Antonello Montante, delegato della presidente di Confindustria per i rapporti con le istituzioni sul territorio, chiede al governo interventi urgenti per scongiurare che le organizzazioni criminali si impadroniscano della proprietà e del know-how delle imprese meridionali.
A venticinque anni dalla scomparsa di Emanuela Orlandi, un’avvincente ricostruzione -a metà strada tra l’inchiesta giornalistica e il romanzo – di uno dei grandi misteri italiani ancora irrisolti. L’incontro sarà l’occasione per svelare il segreto relativo all'”Amerikano”, ovvero il fantomatico intermediario della trattativa per la liberazione della giovane, che i servizi segreti dell’epoca identificarono in Paul Marcinkus.
In Sicilia, un numero sempre più consistente di professionisti favorisce Cosa Nostra e, nonostante il palese coinvolgimento in indagini di mafia, continua a curare gli interessi dei boss e finisce per farsi espressione di una nuova classe dirigente mafiosa.
Oggi si delineano non poche perplessità sul tipo di provvedimenti messi in atto dagli Ordini professionali per contrastare questo pericoloso intreccio.
Sarà questo il tema dell’incontro in programma venerdì prossimo 13 febbraio, alle ore 11,30, presso l’Istituto Magistrale “G. Mazzini” di Vittoria (Rg), a partire dal libro “La zona grigia. Professionisti al servizio della mafia”, scritto dal giornalista del Sole 24 Ore, Nino Amadore.
Una nuova normativa per bloccare sul nascere qualsiasi tentativo di infiltrazione della criminalita’ organizzata nei ranghi della pubblica amministrazione regionali sarà elaborarla in Sicilia una commissione di esperti voluta dall’assessore alla Presidenza Giovanni Ilarda.
L’organismo, insediatosi oggi, è presieduto dall’ex procuratore nazionale antimafia, Piero Luigi Vigna, e ha il compito, dice Ilarda, “di redigere un corpus organico di norme stringenti che impediscano qualsiasi forma di infiltrazione della criminalita’ nella pubblica amministrazione, mettendo al riparo l’azione amministrativa da pericolose interferenze: un vero codice antimafia delle pubbliche amministrazioni regionali, dei comuni e delle province”.
Dal corriere economia
I l regionale Roma-Minturno compie una lunga curva puntando verso il Golfo di Gaeta. A destra il lago, a sinistra i Monti Aurunci, in mezzo il «gigante» di Fondi dorme. Una recinzione di un chilometro protegge il Mercato ortofrutticolo, la principale azienda dell’agro pontino meridionale, la seconda nel sud Europa per lo smistamento di prodotti agroalimentari.