Ventisei arresti, su ordinanze emesse dal gip distrettuale di Reggio Calabria, su richiesta della Dda, e beni sequestrati per un valore di una quarantina di milioni di euro. E’ questo il bilancio di un’operazione dei carabinieri denominata “Maestro” contro presunti affiliati alle cosche della ‘ndrangheta Molé e Piromalli, che controllavano importanti attività commerciali nel porto di Gioia Tauro. Per gli arrestati l’accusa é di associazione mafiosa, ma anche di importazione in notevoli quantità di prodotti cinesi che, grazie a società di import-export, riuscivano ad evitare i controlli e quindi i dazi.
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di Giacomo Di Girolamo
Ha fatto bene Camillo Iovino, Sindaco di Valderice, ridanciano paese alle porte di Trapani, a costituire il suo Comune come parte civile nel processo che verrà celebrato a seguito dell’operazione “Cosa Nostra Resort”. La delibera è stata adottata lo scorso 2 Dicembre “per tutelare l’immagine e le ragioni del Comune” . Il procedimento penale è contrassegnato con il n. 198/07 R.G. N.R. della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo – Direzione Distrettuale Antimafia.
Chissà se è della stessa opinione Camillo Iovino, imputato proprio in quel procedimento, per favoreggiamento.
di Nino Amadore
Metodico, preciso, puntuale. Un uomo, un professionista, un magistrato che si è curato di registrare tutti gli eventi della sua vita privata e professionale. È questo che emerge dalla lettura di quella che è stata battezzata l’agenda grigia di Paolo Borsellino per differenziarla dall’agenda rossa che sarebbe scomparsa e che conterrebbe appunti segreti che potrebbero far luce sulle stragi.
Un appello alle Prefetture dell’Isola affinchè rilascino informative antimafia su tutte le imprese che presentano alla Regione una richiesta per la realizzazione di nuovi impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili e autorizzazioni per nuove cave, in particolare quelle legate al ciclo edilizio. Lo ha formulato questa mattina l’assessore all’Industria, Marco Venturi, nel corso di una conferenza stampa che si è svolta nei locali dell’assessorato ed alla quale ha partecipato anche il direttore generale del dipartimento Industria, Nicola Vernuccio.
Falsa fatturazione; consulenze e ricerche mai sostenute; triangolazioni commerciali esclusivamente giustificate da disegni di alterazione dei costi reali, gonfiati grazie al compiacente intervento di imprese intermediarie; alterazioni dei dati contabili finalizzati alla falsa rappresentazione del requisito di novitá dei beni strumentali ricompresi nel progetto agevolato, a fronte di acquisizioni di impianti non nuovi. Sono alcuni dei reati commessi dalla criminalitá per accedere a fondi pubblici destinati alle imprese, contenute nel Rapporto del Cnel.
Il boss Domenico Raccuglia, arrestato dalla squadra mobile di Palermo a Calatafimi (Trapani) è nato il 27 ottobre 1964 ed è ricercato dal 1996 per omicidi, mafia, rapina, estorsione. È stato condannato a tre ergastoli, tra cui quello del piccolo Giuseppe Di Matteo, figlio del pentito Santino, rapito per far ritrattare il padre e poi strangolato e sciolto nell’acido.
I cittadini siciliani che prediligono i paesi a fiscalità privilegiatala, i cosiddetti paradisi fiscali, sono 897. Al primo posto la provincia di Palermo con 185 soggetti, seguita da Messina con 176 e Catania con 135.
Per quanto riguarda la destinazione prescelta, al primo posto le Bermuda (274), segue l’Uruguay (101) e Lichtenstein (93).
PALERMO – Alla storia passerà, sempre e comunque, come l’ uomo che ha fatto prendere Totò Riina dopo quasi un quarto di secolo. Come il boss che ha portato i carabinieri fino al rifugio del più imprendibile dei latitanti di mafia. Come quello che ha riconosciuto e indicato ai cacciatori del Ros il volto del capo dei capi di Cosa Nostra siciliana. Sarà sempre così. Sarà sempre così anche se le ombre, i dubbi, i sospetti si intrecciano intorno a quella cattura e al pentito che si è accreditato al mondo intero come colui che ha preparato l’ ultima trappola per lo zio Totò.
di Daniela Catanzaro
Affermare la cultura della legalità per favorire la nascita di un sano tessuto produttivo nel Mezzogiorno e far conoscere le esperienze di tanti imprenditori, siciliani e non, che si sono ribellati al giogo mafioso opponendosi con decisione al racket delle estorsioni. Dalla consapevolezza dell’importanza di questi due imperativi nasce l’idea di un incontro pubblico dal titolo : “Il Sud che resiste e il ruolo delle imprese”, in programma martedì prossimo 10 novembre alle ore 16,00 presso la Cappella Pappagoda dell’Università L’Orientale di Napoli.
di Nino Amadore
A settembre parecchi professionisti, soprattutto dell’area tecnica, sono andati a votare per il rinnovo dei vertici dei rispettivi ordini professionali. E in alcuni casi è stata una battaglia elettorale agguerrita. In Sicilia, dove ti aspetteresti una grande attenzione ai temi della legalità e della lotta alla mafia, la questione dei rapporti tra professionisti e criminalità organizzata è rimasta spesso vincolata a chiacchiere di alcuni circoli ed è entrata tra i punti qualificanti di alcune liste solo in alcuni casi. Alcuni professionisti hanno ritenuto di tacere sul tema anche quando la stampa ha verificato un certo disinteresse nei confronti del tema mafia.
di Alberto Spampinato
direttore di Ossigeno per l’informazione
Com’è che i giornali, tranne rare eccezioni, non parlano di questa storia, dell’attore lodigiano Giulio Cavalli minacciato di morte dalla mafia per aver preso in giro Bernardo Provenzano in alcuni spettacoli in piazza in Sicilia e in Lombardia? Come mai il mondo del teatro non dice una parola su un attore minacciato di morte dalla mafia e da un anno costretto a girare con la scorta armata? Com’é che a Lodi e a Milano, città gelose della propria libertà, i cittadini, i circoli e le istituzioni hanno lasciato correre una cosa così grave? Cosa significa questo silenzio assordante?
Il comitato Addiopizzo, presenta il 5 Novembre alle 10.30 a Kursaal Tonnara- Addiopizzo Travel, un’associazione satellite che propone un prodotto turistico dedito a valorizzare il patrimonio della Sicilia. Il progetto è volto a presentare ai viaggiatori responsabili un itinerario che gli permetta di poter dare un contributo concreto all’economia pulita. Gli ospiti avranno la possibilità di soggiornare e consumare i pasti presso strutture ricettive e ristoranti che non pagano il pizzo, potranno utilizzare i servizi delle aziende della lista Pizzo-free, e avranno la possibilità di visitare le aziende sorte su terreni confiscati ala mafia.
di Nino Amadore
Compare nelle carte del processo sulla strage di Via D’Amelio e in altre numerose indagini sulla mafia stragista. È l’uomo su cui hanno indagato a suo tempo a lungo anche i magistrati della procura antimafia di Caltanissetta impegnati a ricostruire le dinamiche della strage di Via D’Amelio e hanno agli atti il racconto che fa il pentito Giovanni Brusca a proposito di strane offerte di accordi di cui si sarebbe fatto latore Antonino Gioè, il boss poi morto suicida in carcere. Lui è Paolo Bellini, un militante del movimento di estrema destra Avanguardia nazionale, trafficante di opere d’arte, killer al servizio della ‘ndrangheta, mediatore per conto dello Stato in una difficile trattativa con Cosa nostra ufficialmente per il recupero di opere d’arte rubate, infine arrestato nel 1999 e dunque pentito, reo confesso di decine di omicidi compiuti a sangue freddo tra l’Emilia Romagna e la Calabria.
La Commissione Giustizia della Camera dei Deputati ha approvato all’unanimità l’emendamento, che come prima firma porta quella del deputato del Pd Marco Causi, che rende pienamente legittime le iniziative degli enti locali in materia di esonero, parziale o totale, dal pagamento di tributi, tariffe e canoni locali degli imprenditori che, colpiti dal racket e dalla criminalità, collaborino con la giustizia.
Il Consorzio Sviluppo e Legalità e l’associazione Libera hanno inaugurato questa mattina la cantina Centopassi, realizzata su un bene confiscato al mafioso Giovanni Genovese. La…
La giunta della Camera di Commercio di Caltanissetta nella seduta del 26 ottobre ha dato mandato al presidente Marco Venturi di stipulare un protocollo d’intesa con le Camere di commercio di Reggio Emilia, Modena e Crotone per l’avvio del progetto denominato “Le Camere per le vie della civiltà e del progresso in un sistema di legalità ” .